18 gennaio 2007

Una riflessione "familiare"

Dormo con la tv accesa.
Si, tutta la notte. Ho provato con la funzione sleep, (che erripotterescamente chiamo lo spegnino), ma niente da fare: non appena la tv si spegne, io mi sveglio.
Per alcuni versi, questa è una fortuna, perchè in questo modo mi è capitato di vedere o sentire cose che se l'apparecchio fosse stato spento, forse non avrei mai sentito nè mai visto.
Tutto sto preambolo per dire, molto semplicemente, che stamane, come tutte le mattine mi sono svegliato qualche minuto prima del suono della sveglia, e la tv era sintonizzata su "La7", (chissà che cosa stavo guardando ieri notte prima di addormentarmi). Ebbene mi sveglio con il faccione di Enrico Vaime, che stava commentando un pò tutte le notizie del giorno, (oh, mai un risveglio con una bella notizia, tutte catastrofi o carneficine...!).
Tra queste, pare sia stato particolarmente colpito da due, (manco a dirlo, omicidi), e cioè quella del 16enne ammazzato a Napoli da un suo coetaneo per un'assurda questione di "sguardi", e quella del 34enne che a Zelarino, durante la cena di ieri ha sgozzato zio, zia e cugino. Un piccolo riferimento alla strage di Erba e poi giù coi commenti sulla famiglia. Secondo un'indagine infatti, (e Vaime parlava con dati alla mano), la maggior parte degli omicidi, in Italia, avvengono nell'ambito della ristretta cerchia familiare. Mo a dire il vero non ero lucidissimo, ma ancora mezzo addormentato, ma la riflessione di Vaime voleva arrivare a questo punto focale, (e lì si che mi sono svegliato per bene...): la famiglia tradizionale, funziona ancora? All'inizio ho pensato fosse un pò una forzatura, ma dopo la doccia, e durante tutto il tragitto da casa in ufficio, non ho fatto altro che pensarci e la domanda che si fa Vaime, m'è sembrata più che legittima, direi quasi sensata. E si, si fa un gran parlare di come è necessario rinforzare il caposaldo della repubblica italiana, "la famiglia", ma non si approfondisce un problema che è chiaro a tutti: la famiglia tradizionale è "decisamente" in crisi. Il 51% delle donne americane, preferisce non sposarsi, il primo figlio, (in Italia), dopo i 29 anni, ogni 1000 coppie sposate, 5,2 si separano e 3 divorziano e nell'mabito del matrimonio, il 16,9 dei separati ha contratto matrimonio con rito civile e ben l'83,1% con rito religioso, (fonte ISTAT). Possibile che a nessuno venga in mente che forse è il caso di provare un nuovo sentiero? Di sperimentare nuove forme di "unione"? E' tristemente necessario restare ancorati a un passato fatto di tradizione che porta solo all'infelicità e al malfunzionamento della famiglia che può, (ribadisco "PUO'"), sfociare in episodi tipo quello di Erba, di Napoli o di Zelarino, (solo per citare alcuni degli avvenimenti degli ultimi giorni, ma non dimentichiamo Erika e Omar o la morte del piccolo Samuele)? E se la "famiglia pacs/unione civile" funzionasse meglio?

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