12 dicembre 2006

Non c'è PACS per i PACS

PACS - Patto Civile di Solidarietà: una forma di unione civile inizialmente approvata in Francia nel 1999 (Pacte civil de solidarité).

L’Italia, al pari di poche altre nazioni europee, (Albania, Bulgaria, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Cipro, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Macedonia, Moldavia, Monaco, Polonia, Romania, Russia, San Marino, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Turchia, Ucraina), non prevede alcuna legislazione per la regolamentazione delle unioni civili.
La situazione attuale prevede che, come sancisce la costituzione all'articolo 2, "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale", e all'articolo 3 che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Infine, la carta dei diritti fondamentali dell'unione europea all'articolo 21 ci parla di discriminazione stabilendo che "è vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali...". Altro elemento fondamentale è il concetto di famiglia espresso all'articolo 29 della costituzione
"la repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". E l'interpretazione di questo articolo è alla base di tutte le polemiche che imperversano sull'argomento "unione=famiglia?".
L’unico riconoscimento legislativo rimane il DPR 223/89 che stabilisce come, ai fini anagrafici, per famiglia si intenda anche la «comunità fondata su vincoli affettivi e caratterizzata dal rapporto di convivenza», (art. 4). La posizione cattolica resta assolutamente intransigente. Basti ricordare che lo stanziamento di fondi per le coppie di fatto da parte della Regione Lazio è costata al presidente Badaloni, non solo una dura campagna di stampa da parte dell’Osservatorio Romano, ma addirittura l’appoggio da parte del Vaticano al suo rivale Storace alle elezioni del 2000. Il papa stesso, ha definito le unioni diverse dal matrimonio “una caricatura della famiglia”. Se la situazione delle coppie eterosessuali può sembrare assurda, vorrei ricordarvi che un documento della Congregazione per la Dottrina della fede, nel 1992, dopo aver concesso che gli omosessuali sono “persone umane” come le altre, ha giustificato la disparità di trattamento delle coppie gay e lesbiche con la loro “impossibilità di far fruttificare il connubio mediante la trasmissione della vita”: della stessa discriminazione potrebbero essere fatte oggetto le coppie eterosessuali sterili. E continuiamo a parlare solo di fondamentalismo islamico? Per chiudere con questo breve excursus, ci tengo a ricordare che, in questa assurda situazione che vede contrapposti, (a mio avviso), la fede cattolica e l’umanità tutta, il Parlamento Europeo per ben due volte ha approvato una risoluzione con la quale chiede ai 15 paesi membri dell’Unione, che ancora non l'hanno fatto, di “porre fine agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo le legislazione delle unioni”.
Ai conviventi, (di qualsiasi orientamento sessuale essi siano), sono NEGATI diversi diritti, dei quali ve ne elenco solo alcuni, quelli che mi hanno colpito di più:

  1. non si può ottenere la pensione di reversibilità;
  2. in caso di rottura, non si ha alcun diritto di mantenimento;
  3. si può ereditare solo per testamento;
  4. non si può assistere il partner ammalato: per visite in ospedale è necessario il consenso dei parenti più prossimi, né si possono ottenere congedi lavorativi per questo scopo;
  5. non è possibile scegliere il regime patrimoniale comune dei beni.
Al momento dunque, questa la situazione nel nostro paese; per salvaguardare il partner svantaggiato è necessario stilare testamenti, o sottoscrivere delle polizze assicurative “vita” e pensionistiche. Con il governo Prodi, pare si stia facendo un PACS avanti, anche se il disegno di legge che regolamenta le unioni civili non lo ha letto ancora nessuno, (dovrebbe essere pronto il 21 gennaio 2007...).
L’unico riferimento è la proposta di legge dell’onorevole Grillini, dell'Ulivo, http://www.unpacsavanti.it/documenti/grillini.htm
Se pensate ancora di sposarvi in chiesa, di concedere l’8x1000 alla chiesa cattolica, di festeggiare il santo natale secondo la dottrina cattolica, ricordate sempre che solo dopo il 1992 il Vaticano ha riconosciuto la dignità di persona umana al vostro amico, al vostro vicino, a vostro fratello o a vostra sorella.

Nessun commento: